L'ultima speranza by George Packer

L'ultima speranza by George Packer

autore:George Packer [Packer, George]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-07-24T12:00:00+00:00


Quello che era cominciato con Palin si è concretizzato con Trump. La politica americana è sempre stata prerogativa dei bianchi, ma per lo zoccolo duro dei sostenitori di «TheDonald» la razza è diventata una questione di presunzione e identità. Anche se non sono stati solo gli americani bianchi a votare per lui, e anche se non tutti i bianchi volevano aderire al partito, la politica identitaria bianca è diventata la base del sostegno a Trump. Quanto alla politica identitaria, attingeva a un senso di ingiustizia e disuguaglianza. Era mossa non da principi universali o politiche concrete, ma dalla paura dell’altro e dal desiderio di potere sui propri nemici. Questi nemici non erano solo gli individui di colore, ma gli americani contrari a Trump in generale. Alla fine la politica identitaria bianca è diventata la politica identitaria di Trump.

Le questioni su cui Trump aveva imperniato la sua campagna elettorale hanno vissuto fasi alterne durante la sua presidenza. Quello che rimaneva era l’energia oscura che scatenava e che lo legava come un capo tribale alla sua gente. Non restava più nulla delle convinzioni ottimistiche della Free America. Il popolo di Trump parlava ancora di libertà, ma intendeva sangue e terra. Il loro nazionalismo somigliava ai nazionalismi etnici che stavano sorgendo in Europa e in tutto il mondo. Trump abusava di ogni istituzione americana – l’FBI, la CIA, le forze armate, la stampa, la Costituzione stessa –, e la sua gente lo acclamava. Niente, men che meno rendere l’America «di nuovo grande», li esaltava quanto umiliare i progressisti. Niente li convinceva di più delle trentamila menzogne del presidente.

Com’era possibile che individui pragmatici e indipendenti come gli americani, che ancora facevano quadrare i bilanci familiari e seguivano complessi manuali di riparazione, scivolassero in un tale declino cognitivo quando si trattava di politica? Sarebbe un errore dare la colpa all’ignoranza o alla stupidità. Per sostituire la verità con l’autorità di un truffatore come Trump è necessario uno sforzo di volontà, unito a un’energia e a un’immaginazione disperate. La folla che ha invaso il Campidoglio era la stessa moltitudine moderna e solitaria descritta da Hannah Arendt nelle Origini del totalitarismo. Sono persone estraniate dai loro concittadini e dalla realtà stessa, alcune votate a ideologie cariche d’odio, alcune in cerca di un’identità che possa liberarle dalla condizione insopportabile del «non avere sostanzialmente una casa». Queste persone hanno trovato un’identità nel loro leader. Hanno rinunciato alla capacità di pensare con la propria testa e, insieme a questa, alla capacità di autogovernarsi. Sono diventate come cartacce mosse dal vento di qualsiasi dichiarazione assurda pubblicata da @realdonaldtrump. La verità era qualunque cosa potesse rimettere in sesto il mondo danneggiando i loro nemici: e, quanto più era inverosimile, tanto più era vera.

Più di ogni altra cosa, Trump era un demagogo, un personaggio tipicamente americano, che conosciamo bene grazie a romanzi come Tutti gli uomini del re e a film come Quarto potere. «Trump è un prodotto del nostro stesso stile di governo, dal quale, quindi, è molto più difficile difendersi» ha scritto il politologo di Yale Bryan Garsten.



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